La non acquisizione dell’attenzione congiunta preclude l’acquisizione del linguaggio (Sigman e Ruskin 99)
Le migliori competenze di attenzione condivisa sono associate ad un migliore sviluppo linguistico (Journal of Autism. Dev. Disorder 2004 ott 34)
L’attenzione condivisa, lo sviluppo del sistema motorio-prassico e lo sviluppo del linguaggio procedono, nel bambino con sviluppo tipico, in modo interrelato. Nel bambino piccolo l’attenzione condivisa non dovrebbe essere considerata come una funzione da eercitare in se stessa, ma come il volano naturale e primordiale dello sviluppo di ogni funzione. Dalla nostra esperienza clinica risulta maggiormente efficace, sul piano riabilitativo, il prendersi cura della modalità interrelata di funzionare dei sistemi linguistico e motorio-prassico con il sistema attentivo. Nella nostra pratica clinica lavoriamo affinché l’attenzione condivisa e l’accesso alla parola da un lato e l’attenzione condivisa e l’accesso al gioco spontaneo (inteso come espressione naturale delle funzioni motorio-prassiche) dall’altro, “avvengano nello stesso momento”, “nascano assieme”, “si producano contemporaneamente”.
È così, infatti, che il bambino inizia ad essere “presente” e l’attenzione condivisa diviene attenzione sostenuta. Nel bambino più “presente”, a partire da questo nucleo di consapevolezza che si va ampliando, inizia a nascere il desiderio di riabilitarsi e di procedere nello sforzo e nel piacere di tutte le conquiste grandi e piccole della riabilitazione e della terapia. Nel quadro che si avvia nascono i primi elementi di memoria di lavoro e iniziano ad attivarsi le funzioni esecutive, le quali possono essere considerate come il rovescio della medaglia del piano della consapevolezza. Il bambino apparirà più orientato ed inizierà a generalizzare tale capacità in un maggior numero di contesti.